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Con l’AI generativa cambiano infrastruttura cloud, on-premise ed edge

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Microsoft: i ‘superpoteri’ del cloud per innovazione, lavoro, sicurezza

In marzo, a Microsoft Ignite, la casa di Redmond ha immaginato e tratteggiato il futuro che l’evoluzione tecnologica del cloud renderà possibile nei prossimi dieci anni: come la transizione, accelerata dalla pandemia, verso il cosiddetto “lavoro ibrido”, capace d’integrare spazi fisici e virtuali

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L'anno scorso il cloud è stato cruciale per aiutare il mondo, non solo ad adattarsi al cambiamento più significativo della nostra società ed economia nella storia moderna, ma anche per innovare: lo ha detto il CEO di Microsoft Satya Nadella nel keynote d’inizio dell’evento digitale Microsoft Ignite, sottolineando che, mentre il mondo sta riprendendosi dalla crisi pandemica, oggi è il momento di riflettere su quale sarà il cloud di nuova generazione e cioè su come questo paradigma dovrà innovarsi nei prossimi dieci anni, per supportare la crescita economica a cui ciascuno potrà partecipare.

Le 5 caratteristiche del cloud di nuova generazione
Nadella ha indicato cinque caratteristiche che identificheranno il cloud di nuova generazione: capacità di elaborazione decentralizzata e distribuita ovunque; ‘dati sovrani’ e ambient intelligence; abilità di potenziare i creatori e le comunità dappertutto; facoltà di creare opportunità economiche per la forza lavoro globale; ‘trust by design’ come paradigma infrastrutturale. 

Innovazione cloud: dall’apprendimento automatico federato alla sicurezza by design
La trasformazione dell’architettura di computing, dal cloud all’infrastruttura edge, riguarderà qualunque organizzazione e settore, cambiando le modalità d’interazione tra persone, cose, luoghi; mentre, nel contesto di esplosiva crescita dei dati nel cloud, la data governance assumerà una nuova importanza. “Svilupperemo nuovi metodi di machine learning federato per guidare la prossima generazione di servizi personalizzati, e capaci di preservare la privacy. La logica di business passerà dall’essere codice scritto, a codice appreso dai dati, creando una generazione completamente nuova di processi aziendali e sistemi di produttività”. Inoltre, riguardo al processo di creazione, Nadella ritiene che “il prossimo decennio richiederà progressi tecnologici che radicalmente ‘democratizzeranno’ la creazione. Avremo necessità di espandere l’accesso a competenze, strumenti, piattaforme, nonché le connessioni e la collaborazione tra comunità, in modo che ciascuno possa creare”, studenti, ‘knowledge workers’, sviluppatori di codice, esperti di settore che usano tool low-code per costruire applicazioni.

Sul tema dell’espansione delle opportunità, occorre “definire la produttività in maniera molto più ampia, includendo collaborazione, apprendimento e benessere, per guidare l’avanzamento di carriera di ogni lavoratore”, e ciò va fatto con flessibilità, in funzione di quando, dove e come la gente lavora. Infine, rispetto al concetto ‘trust by design’ Nadella parla della necessità di avere “principi etici per governare progettazione, sviluppo e implementazione della AI. La nostra tecnologia dev’essere sicura by design e promuovere principi architetturali ‘zero trust’. Dobbiamo costruire tecnologia con l’intento progettuale di proteggere i diritti fondamentali di tutte le persone, compresa la privacy”. 



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