I ritmi di sviluppo e rilascio del software impressi dal paradigma DevOps complicano l’esecuzione dell’app testing, fondamentale per collaudare la qualità dei prodotti digitali: in questo spazio, il crowdtesting può svolgere un’importante funzione d’ausilio
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Il test del software assume un peso sempre maggiore nel collaudo della qualità dei prodotti e servizi digitali, e in particolare il crowdtesting oggi può fornire un significativo contributo in queste attività. Vediamo perché. Innanzitutto, va detto che i consumatori oggi trascorrono molto tempo online, utilizzando applicazioni e servizi di vario genere attraverso piattaforme desktop e, soprattutto, dispositivi mobile: stando ai dati della “total digital audience” forniti da Audiweb, che monitora la fruizione di Internet in Italia, nell’ottobre 2019, l’82,1% della popolazione maggiorenne (36,7 milioni) ha usato lo smartphone per accedere al web. A livello mondiale, nonostante quest’anno il mercato globale degli smarthone sia previsto in declino di quasi il 10%, a causa della pandemia da COVID-19 e della mancanza di domanda espressa dai consumatori, la società di ricerca e consulenza IDC ritiene che il comparto ritornerà a crescere nel 2021, grazie alla forte spinta fornita dallo sviluppo della rete 5G.
Parallelamente allo sviluppo del mondo mobile Internet, per tenere il passo con la forte evoluzione tecnologica e fronteggiare la pressione competitiva nella creazione di app e servizi digitali, le imprese stanno adottando in maniera crescente il modello di sviluppo DevOps: quest’ultimo tuttavia, se da un lato consente di accelerare la velocità di rilascio di nuove versioni di app, prodotti software, e l’integrazione di ulteriori funzionalità, dall’altro richiede metodologie e processi di software testing più veloci, frequenti, automatizzati.
