La nuova guida tecnica dell’Agenzia per l’Italia digitale, realizzata anche con il supporto di CISQ-OMG e dedicata alle pubbliche amministrazioni impegnate nella valutazione del software applicativo sviluppato da vari fornitori, pone l’accento sul valore delle metriche per sondare i requisiti non funzionali, come usabilità, prestazioni, affidabilità, sicurezza. Metriche sempre più importanti da integrare, accanto a quelle per la misura delle funzionalità di un’applicazione
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Oggi le pubbliche amministrazioni italiane, stipulando specifici contratti, acquisiscono da fornitori esterni servizi di sviluppo applicativo e di manutenzione di applicazioni informatiche. La PA utilizza tali parchi applicativi per espletare i propri compiti istituzionali: tuttavia, AgID, l’Agenzia per l’Italia digitale, nella propria attività, ha rilevato negli ultimi anni diverse criticità frequentemente riscontrate nella gestione di questi contratti pubblici: in particolare, tra i problemi chiave, vi è la mancanza di strumenti e meccanismi contrattuali per garantire la qualità di quanto è stato ricevuto dal fornitore, cioè dei prodotti software e dei relativi servizi.
Con l’obiettivo di fornire sul tema utili indicazioni alla PA e di aggiornare le precedenti linee guida, lo scorso maggio AgID ha quindi emanato un documento, o meglio una “Guida tecnica all’uso di metriche per il software applicativo sviluppato per conto delle pubbliche amministrazioni”. La guida, spiega AgID, si propone d’integrare le novità introdotte dal “Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione 2017-2019”, di rispondere alle esigenze connesse al contenimento della spesa pubblica e al rapporto costi/benefici nelle acquisizioni e nei progetti delle amministrazioni, nonché alle criticità riscontrate in molti contratti per lo sviluppo applicativo, talvolta derivanti da interpretazioni non corrette di indicazioni e passaggi delle precedenti linee guida.
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Oggi le pubbliche amministrazioni italiane, stipulando specifici contratti, acquisiscono da fornitori esterni servizi di sviluppo applicativo e di manutenzione di applicazioni informatiche. La PA utilizza tali parchi applicativi per espletare i propri compiti istituzionali: tuttavia, AgID, l’Agenzia per l’Italia digitale, nella propria attività, ha rilevato negli ultimi anni diverse criticità frequentemente riscontrate nella gestione di questi contratti pubblici: in particolare, tra i problemi chiave, vi è la mancanza di strumenti e meccanismi contrattuali per garantire la qualità di quanto è stato ricevuto dal fornitore, cioè dei prodotti software e dei relativi servizi.
Con l’obiettivo di fornire sul tema utili indicazioni alla PA e di aggiornare le precedenti linee guida, lo scorso maggio AgID ha quindi emanato un documento, o meglio una “Guida tecnica all’uso di metriche per il software applicativo sviluppato per conto delle pubbliche amministrazioni”. La guida, spiega AgID, si propone d’integrare le novità introdotte dal “Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione 2017-2019”, di rispondere alle esigenze connesse al contenimento della spesa pubblica e al rapporto costi/benefici nelle acquisizioni e nei progetti delle amministrazioni, nonché alle criticità riscontrate in molti contratti per lo sviluppo applicativo, talvolta derivanti da interpretazioni non corrette di indicazioni e passaggi delle precedenti linee guida.
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