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Quali server scegliere per ottimizzare i workload del data center

Riuscire a massimizzare la gestione dei carichi di lavoro nell’infrastruttura IT dipende molto anche da come viene selezionato l’hardware per le macchine fisiche

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Fonte -TechTarget

Più imprese e organizzazioni implementano workload nel cloud pubblico, più i loro data center locali richiedono minori risorse per gestire i carichi di lavoro rimasti on-premise, e diventa un passo naturale, per IT manager e responsabili del business, cercare di estrarre maggior valore e prestazioni dalla capacità rimasta disponibile nel parco server esistente. Ma la convinzione che un server possa davvero andare bene per qualunque applicazione, e che si possa popolare il data center con tanti sistemi ‘white box’, cioè cloni privi di marchio, virtualizzati, ‘clusterizzati’ e capaci di gestire tutti i workload, comincia a essere scalfita da una nuova onda di specializzazione che riguarda le caratteristiche dei server, e che oggi consente di selezionare, o anche confezionare su misura, il cluster di macchine hardware più adatte per soddisfare modelli d’uso specifici. 

Consolidamento di VM, le caratteristiche hardware richieste
La virtualizzazione del server permette di ospitare svariate macchine virtuali (VM) sulla stessa macchina fisica, così da ottimizzare lo sfruttamento delle risorse di elaborazione in essa disponibili.
Il funzionamento delle VM dipende primariamente dalla memoria RAM e dai core del processore, e il numero di quelle che possono risiedere su un dato server varia a seconda di quanta memoria e risorse di elaborazione si allocano per ciascuna VM. In linea di principio, più memoria e core di processore ha il server, più VM può ospitare. In aggiunta, i server destinati a operazioni di elevato consolidamento delle VM dovrebbero anche includere funzionalità di resilienza: ad esempio, alimentatori ridondanti sostituibili a caldo (hot swappable), e memorie resilienti, come DIMM ‘hot swap’ e meccanismi di mirroring delle DIMM.
Un secondo aspetto a cui prestare attenzione quando si sceglie un server su cui eseguire un elevato consolidamento sono le operazioni di I/O (input/output) in rete, perché i workload aziendali scambiano dati, accedono a risorse di storage centralizzate, s’interfacciano con utenti sulla LAN, WAN e quant’altro. Qui i colli di bottiglia possono verificarsi quando diverse macchine virtuali cercano di condividere la stessa porta di rete di fascia bassa: in tal caso, i server con VM consolidate possono trarre vantaggio dall’integrazione di un’interfaccia di rete veloce, come una porta 10 Gigabit Ethernet (GbE), sebbene risulti spesso più economico e flessibile selezionare un server dotato di diverse porte 1 GbE, che sono poi aggregabili per ottenere più velocità e resilienza.

Requisiti per il consolidamento di container

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