IBM: «L'hardware resta la base della digital transformation»
Nonostante la rivoluzione ’software-defined’, Big Blue non smette d’investire in server e storage. «Le imprese richiedono alla tecnologia tre cose: un’infrastruttura scalabile, veloce e intelligente; degli analitycs integrati; e la capacità di gestire il tutto tramite funzionalità integrate per la sicurezza», spiega Paolo Sangalli, Director Systems Hardware Sales di IBM Italia
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Paolo Sangalli, Director Systems Hardware Sales di IBM Italia |
Attualmente, spiega Sangalli, le imprese richiedono alla tecnologia essenzialmente tre cose: un’infrastruttura scalabile, veloce e intelligente; degli analitycs integrati per prendere decisioni informate e sempre più in fretta. E poi, in particolare, la capacità di gestire il tutto attraverso funzionalità integrate per la sicurezza: ambito reso ancor più delicato anche dalla necessità di un sempre maggiore controllo sui dispositivi Mobile.
A queste esigenze IBM ha risposto con il recente rilascio di varie soluzioni nel settore server, che abbracciano con forza la tecnologia open source e la filosofia del Cloud ibrido. Dall’annuncio di LinuxONE (macchine Emperor e Rockhopper), lo scorso agosto, indirizzato a realizzare una significativa espansione della strategia mainframe nel mondo open, ai vari annunci di Linux per l’architettura Power. Dal potenziamento del sistema operativo IBM i per i server Power Systems, all’annuncio, lo scorso ottobre, della famiglia Linux Power Systems LC, progettati per facilitare il dispiegamento di macchine Linux e ottimizzati per l’utilizzo in cluster e Cloud.
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