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Semiconduttori, nel 2012 la spesa R&D sale del 7%

Nel 2012, la spesa delle società di semiconduttori per le attività di ricerca e sviluppo è cresciuta del 7%, arrivando a circa 53 miliardi di dollari, nonostante la debolezza di un mercato che ha segnato un calo dell'1%, con 317,6 miliardi di dollari. I dati sono quelli dell'edizione 2013 del McClean Report di IC Insights, secondo cui l'anno scorso gli investimenti in R&D delle aziende di chip sono saliti al 16,7% delle vendite totali di semiconduttori, segnando il livello più elevato dopo il picco del 17,5% raggiunto nel 2008 e 2009.

Non tutte le società di chip hanno comunque visto una quota crescente delle vendite finire nelle attività di R&D. In Samsung, ad esempio, questo rapporto è sceso dal 25% del 2001 al 8% del 2010, per conservarsi tuttora invariato. Il business di Samsung, spiega il rapporto di IC Insights, è più capital-intensive che R&D-intensive, a causa della natura 'commodity' di settori come le memorie DRAM e le memorie flash, che giocano un ruolo preponderante negli affari della casa coreana. La focalizzazione degli investimenti di Samsung è sull'aggiunta di nuova capacità alle fonderie di silicio per i wafer a maggior diametro (attualmente quelli da 300 mm, ma in prospettiva, nei prossimi anni, si arriverà a quelli da 450 mm).

In casa Intel, nel 2012, la spesa R&D in rapporto alle vendite è invece salita al 20%. Anche qui il business è capital-intensive, precisa lo studio, ma alcuni dispositivi molto complessi, fra cui i microprocessori evoluti, hanno cicli di vita brevi, e la mobilitazione di grandi quantità di risorse in R&D è parte del modello di business.

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