Proofpoint fa il punto sulla sicurezza, e sulla visione dei CISO
Il report Voice of the CISO 2022 sonda a livello globale le opinioni dei chief information security officer, analizzando anche le strategie di contrasto per rispondere alle crescenti minacce determinate dagli eventi del 2021
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Tempi duri per i chief information security officer. “Gli ultimi dodici mesi sono stati piuttosto impegnativi per i CISO, abbiamo visto molti attacchi di alto profilo” spiega Andrew Rose, Resident CISO di Proofpoint per l’area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa), commentando quali eventi chiave, a livello gobale, hanno minacciato la cybersecurity nel 2021.
Il 2021 viene analizzato dal report Voice of the CISO 2022, basato su un sondaggio globale condotto dalla società di ricerca e consulenza Censuswide, tra il 22 febbraio e l’8 marzo 2022. La survey ha interpellato 1.400 CISO di aziende con 200 o più dipendenti, in diversi settori industriali e in 14 paesi del mondo e, in particolare, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Australia, Giappone e Singapore.
Per dare un’idea delle diverse violazioni di alto profilo avvenute nel 2021, Rose esemplifica ricordando l’attacco del ransomware DarkSide a carico di Colonial Pipeline: il malware ha colpito la rete di oleodotti della società, tra le più grandi degli Stati Uniti, causando per giorni carenze di carburante su tutta la costa orientale.
C’è stato poi l’attacco del gruppo di hacking Conti, il cui ransomware ha preso di mira il servizio sanitario irlandese, costringendo diversi ospedali a spegnere i sistemi IT e a interrompere alcuni servizi. E c’è stato il ransomware REvil, responsabile dell’attacco alle operation di JBS, stimata la più grande azienda al mondo nella lavorazione e fornitura di carne. Per inciso, JBS ha anche confermato il pagamento dell’equivalente di 11 milioni di dollari di riscatto “per mitigare eventuali imprevisti”.
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