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Prodotti e qualità: più controllo con il Plm

Business - dicembre 2007

di Giorgio Fusari


I software di product lifecycle management sono una difesa contro i rischi insiti nella frammentazione della catena produttiva e nella riduzione del time to market. Ma nelle medie imprese del largo consumo sono poco adottati

Sembra esserci urgente bisogno di più controllo nei processi di gestione del ciclo di vita dei prodotti. Il problema è quanto mai attuale: i dentifrici cinesi all’antigelo e gli eccessivi quantitativi di piombo nelle vernici che in questi ultimi mesi hanno costretto la Mattel a ritirare dal mercato 20 milioni di giocattoli potenzialmente dannosi ne sono due clamorosi esempi. Un caso ancora più recente di contaminazione alimentare è quello delle pizze surgelate ‘pepperoni’ infettate dal batterio Escherichia coli, che hanno portato General Mills a ritirare in fretta dal mercato americano circa cinque milioni di pizze, fra l’allarme dei consumatori.
I difetti di progettazione, fabbricazione o preparazione possono nascere dalla pressione del time to market e dalla necessità di differenziare sempre più l’offerta. Si tratta di fatti che, oltre a creare situazioni di più o meno elevata pericolosità per gli utenti finali, balzano alla ribalta della cronaca, provocando alle aziende interessate grossi problemi logistici nel ritiro delle merci oltre che notevoli danni economici e d’immagine. In chi fa la spesa può nascere una conseguente sfiducia sull’affidabilità dei processi di controllo della qualità e sulla reale solidità dei sistemi di sicurezza alla base delle supply chain, a maggior ragione quando queste alimentano proprio i colossi mondiali della grande distribuzione.

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