Videoconferenza: viaggiano i dati
Networking Italia - 8 luglio 2002
di Giorgio Fusari
Le tecnologie disponibili permettono risparmi sui costi dello scambio di informazioni, ma occorre sapere come e quando utilizzare questo tipo di soluzione al posto delle comunicazioni tradizionali
La videoconferenza è un sistema rapido ed efficiente per scambiare informazioni fra aziende. Quando è possibile applicarla si ha un risparmio di tempo e denaro perchè si evitano spostamenti magari lunghi e costosi. I guadagni sono anche in sicurezza, soprattutto per chi teme atti terroristici come l’attacco alle Torri Gemelle di New York che, subito dopo, ha prodotto una drastica riduzione delle prenotazioni dei voli anche per viaggi di lavoro.
Non è reale
La videoconferenza in azienda permette di accrescere il grado di comunicazione soprattutto fra i quadri intermedi (tecnici, commerciali, ecc.), ma va concepita come sistema complementare di scambio delle informazioni: è vero che telecamere e trasmissione video consentono ai vari partecipanti di "ritrovarsi" come in una classica riunione nello stesso luogo, ma quest’ultimo è virtuale, non fisico. Tradizionalmente gli apparati di trasmissione più utilizzati sono il satellite e le linee ISDN (Integrated Services Digital Network), ma oggi il mercato delle tecnologie per la videocomunicazione è fatto anche di apparati in grado di collegare reti eterogenee e sta migrando verso quelle basate su IP.
La scelta della tecnologia da adottare dipende soprattutto dal tipo di interattività richiesta, ossia dal numero di sedi coinvolte nell’evento da trasmettere e dal numero di quelle che desiderano parteciparvi in modo attivo. Grazie alla presenza di standard internazionali riconosciuti, per organizzare l’ambiente IT dell’impresa e renderlo idoneo a eseguire sessioni di videoconferenza si possono usare diverse infrastrutture di trasporto dei dati e varie tipologie di terminali.
Quale rete
Che requisiti minimi sono richiesti all’infrastruttura di rete per fornire un servizio di videoconferenza di livello professionale? La videoconferenza è usata dagli utenti in tempo reale, quindi pone vincoli di un certo peso per quanto riguarda la necessità di banda trasmissiva. Tipicamente le infrastrutture che permettono di stabilire connessioni fra gli apparati usano una tecnologia basata su collegamenti completamente digitali e ad alta velocità . La banda normalmente necessaria varia fra i 64 e i 128 Kbps, ma per un livello di qualità soddisfacente è meglio disporre di connessioni da 128 a 384 Kbps.
Per queste esigenze, ci spiega Antonella Viola, manager di Between, "un giusto compromesso tra la banda occupata dal segnale audio-video-dati e la qualità richiesta per quanto riguarda la fedeltà del segnale audio e la fluidità dell’immagine video è raggiunto con l’utilizzo della rete ISDN, che rappresenta una soluzione tradizionale e matura per il supporto della videocomunicazione".
In effetti ISDN permette di realizzare sessioni anche a 384 Kbps tramite l’uso contemporaneo di più canali per ottenere immagini molto fluide. Il discorso cambia se la natura delle applicazioni, come ad esempio nel caso della telemedicina, richiede un livello di definizione delle immagini molto elevato con una necessità di banda che può arrivare anche a 2 Mbps.
Una domanda in crescita
Che mercato c’è in Italia per i servizi di videoconferenza? Una ricerca IDC svolta nel febbraio 2002 ha valutato la diffusione delle applicazioni di videocomunicazione di tipo set-top-box e desktop all’interno di un campione di oltre 100 aziende italiane con almeno 150 dipendenti appartenenti ai settori finanza, commercio, trasporti, servizi privati, industria e Pubblica Amministrazione locale. Dal sondaggio è emerso che il 34% degli intervistati ha risposto affermativamente alla domanda se utilizzava o prevedeva di utilizzare entro sei mesi applicazioni di videocomunicazione. Positive sono anche le stime di IDC sullo sviluppo del mercato mondiale dei sistemi desktop, cioè quelli basati su pc: il giro d’affari delle applicazioni software per videocomunicazione desktop (vedere la tabella a pag. 66) è destinato a espandersi dai 176 milioni di dollari del 2000 ai 680 milioni di dollari nel 2005, con un tasso di crescita medio annuo pari al 31%.
I vincoli di IP
ISDN a parte, un’azienda può utilizzare le reti IP per fare videoconferenza. Queste però devono soddisfare certi requisiti, cioè essere in grado di gestire il traffico in tempo reale, supportando alti livelli di qualità del servizio (QoS). Ciò è necessario in quanto su Internet di norma non viene garantita la QoS, che subisce un degrado producendo ritardi nella consegna dei pacchetti voce e video ai destinatari. Il risultato è una percezione della voce a tratti e una visione delle immagini non fluida e poco definita.
Diversa però è la situazione se si dispone di una Intranet in grado di riservare banda dedicata alla videoconferenza, magari su circuiti virtuali, mediante apparati di networking in grado di attuare meccanismi di prioritizzazione del traffico. La stessa cosa vale ad esempio per le infrastrutture con protocollo IP su Frame Relay, che sono reti sui cui viene garantita una certa banda. Se le reti IP hanno queste caratteristiche allora la videoconferenza si può realizzare con buoni risultati anche a livello geografico.
Nel caso siano gli operatori di telecomunicazioni a offrire anche servizi di videoconferenza, a dover dare certe garanzie sulla qualità del servizio non sono solo gli apparati dell’azienda, ma anche quelli del gestore pubblico che offre il servizio.
L’infrastruttura di trasporto è completata da apparati specifici per la videocomunicazione denominati Multi Conference Unit (MCU), in grado di abilitare la multi-conferenza tramite connessioni fra più di due postazioni (collegamenti multipunto).
La collocazione fisica delle MCU può dipendere da come devono essere distribuite le sessioni di videoconferenza; tuttavia l’azienda può decidere di acquisire un proprio sistema di MCU e quindi avere un proprio coordinamento interno.
Oppure l’utente può sfruttare anche i servizi pubblici per la realizzazione di multiconferenze, come il servizio Pegaso di Telecom Italia, quello di Aethra.net o i servizi offerti da molti altri operatori, in cui la videoconferenza è gestita da MCU residenti presso il gestore. In questo caso non si ha la necessità di avere un apparato proprio, però si paga non solo il costo del traffico ma anche il servizio di gestione delle chiamate e delle prenotazioni per i vari partecipanti. Un’altra possibilità è quella di acquistare postazioni di videoconferenza di fascia alta (rollabout) che integrano già al loro interno MCU per il collegamento in videoconferenza di più partecipanti.
Occorre infine tenere presente il livello di eterogeneità che caratterizza l’ambiente IT aziendale: se in questo coesistono reti basate su ISDN e reti IP può essere necessario installare anche apparati di gateway per far dialogare e comunicare i due mondi ed estendere così la videocomunicazione a tutte le postazioni di lavoro.
Sempre di più
Nel quinquennio 2000-2005 il mercato mondiale della videocomunicazione desktop è previsto in crescita, sia in termini di fatturato che di nuovi utenti e quindi di numero complessivo di utilizzatori.
A ciascuno il suo terminale
La scelta dei terminali per la videoconferenza può spaziare fra diverse categorie di apparecchi dotati di caratteristiche differenti a seconda del tipo di utilizzo: le soluzioni per utenti singoli o per personale mobile tra sedi distribuite sul territorio sono anche le più economiche e comprendono le valigette portatili con videotelefono dotato di attacco ISDN, i videotelefoni per uso personale e i kit di videoconferenza (cuffia, microfono, ecc.) composti da hardware e software da installare sui pc desktop. Quest’ultima soluzione permette anche lo scambio di file e dati fra terminali e la condivisione di applicazioni.
Segue poi un fascia intermedia di sistemi compatti (set-top-box) che forniscono una buona qualità di servizio e che vanno collegati ad apparati televisivi standard. Oltre questo segmento, e per esigenze ancora superiori in termini di numero di utenti in videoconferenza, ci sono i sistemi per le sale riunioni (rollabout) che possono andare da apparecchi molto semplici con uno o due video per le piccole sale riunioni a configurazioni che necessitano anche di un progetto di allestimento di una sala conferenze con arredamento, apparati di illuminazione e sistemi audio-video adeguati.
Fra tali sistemi quelli, di fascia più alta possono disporre, oltre che di monitor o display al plasma di grandi dimensioni, anche di apparati di regia e di numerosi accessori come telecamere addizionali, microfoni, amplificatori, videoregistratori, lettori DVD, masterizzatori, videoproiettori, tavolette grafiche e sistemi per la trasmissione di documenti e slide.
Sotto il profilo degli standard, gli apparati di videoconferenza per l’utilizzo su reti ISDN sfruttano il protocollo H.320, mentre quelli che impiegano le reti IP sono basati sul protocollo H.323. Quest’ultimo definisce le modalità con cui risolvere i problemi legati alla Quality of Service, attraverso la prioritizzazione del traffico audio e video rispetto al traffico non in "real time".
H.323
Lo standard H.323 è stato approvato nel 1996 dalla International Telecommunica-tion Union (ITU).
Viaggiare o videocomunicare?
La videoconferenza è comunemente presentata come mezzo di drastica riduzione dei costi di viaggio e trasferta. Tuttavia sarebbe riduttivo ricondurre tutto al confronto, per esempio, tra i costi di un’ora di videocomunicazione intercontinentale e quelli di una trasferta da Milano a Sidney. La videoconferenza, spiega Antonella Viola, manager di Between, costituisce uno strumento di competitività , poiché supporta tecniche gestionali essenziali per l’ottenimento di rendimenti di produttività elevati, consentendo di effettuare comunicazioni con modalità e tempi non attuabili tramite strumenti alternativi di comunicazione, compresa la mobilità fisica. Ci sono fattori abilitanti, spiega Luca Bartollino, Research Analyst di IDC Italia per l’area Internet, che devono rendere conveniente la videocomunicazione, nel senso che la si può usare solo in certi casi: ad esempio nei gruppi di lavoro di un’azienda distribuiti sul territorio, in cui le persone già si conoscono e sono abituate a usare un certo linguaggio, un codice comune di comunicazione. Altro fattore da considerare è la frequenza con cui si verificano gli incontri.
Costi a confronto
Gli investimenti necessari per gli apparati terminali possono essere anche molto limitati (da poche centinaia di euro a qualche migliaia per le configurazioni più sofisticate) se si tratta solo di eseguire adattamenti di pc già esistenti o di postazioni da scrivania, mentre sono nell’ordine della decina di migliaia di euro fino al milione per le postazioni da sala che richiedono, come detto, anche particolari allestimenti dell’ambiente.
La scelta della rete di trasporto va fatta dopo aver eseguito un’analisi del traffico generato dalle sessioni di videoconferenza.
Si passa poi al confronto delle diverse soluzioni: ISDN è una rete commutata che permette di estendere il servizio di videoconferenza anche al di fuori dell’azienda, ma ha un costo che dipende anche dal grado di utilizzo delle linee.
Oltre ai costi per l’allestimento delle sale, per gli apparati di videoconferenza e per le MCU, e ai canoni delle linee ISDN, vanno considerati anche i costi del puro traffico; infatti i costi per connessione dipendono dal tempo di utilizzo e possono diventare consistenti se l’uso della video-conferenza diventa frequente e prolungato in ciascuna sessione.
Se invece si sceglie una rete privata virtuale (Virtual Private Network, VPN) si hanno benefici sensibili solo se questa è già dotata di un’adeguata capillarità sul territorio e di una capacità di banda non utilizzata, sufficiente a supportare il servizio.
Infatti dover realizzare appositamente una VPN dedicata alla videoconferenza rende necessario considerare i problemi di gestione della qualità dei collegamenti e di apertura del servizio anche all’esterno della rete aziendale, dove potrebbero esserci sedi che la rete privata virtuale non riesce a raggiungere.
L’impatto dell’effetto presenza
Audio di alta qualità per una perfetta riproduzione della voce e precisa corrispondenza del parlato con le immagini che riproducono i gesti e i movimenti di ciascuno degli interlocutori remoti uniti in videoconferenza: sono entrambi elementi essenziali per creare un "effetto presenza" in grado di elevare il livello di attenzione delle persone e di simulare un incontro reale. In una videoconferenza a livello professionale sono poi resi disponibili sistemi integrati di videoscrittura e videografica che permettono di esporre, visualizzare, modificare o sottoscrivere documenti, oltre a manipolare immagini. Questi possono comprendere videoproiettori, monitor o sistemi computerizzati con programmi per la gestione e condivisione di file testuali o grafici, come word processor o applicazioni per presentazioni di tipo multimediale.
Occhio al traffico
Per valutare il reale beneficio che una soluzione di videoconferenza può offrire in azienda, occorre un’analisi del traffico per capire quanto sarà usata la rete e come il traffico di videoconferenza potrà andare a sommarsi a quello ordinario.
Ci può essere convenienza per quelle società che effettuano sessioni di videoconferenza in orari in cui tipicamente altri applicativi non sono attivi e la banda è comunque sufficiente.
Se invece il traffico è contemporaneo, occorre analizzare in modo approfondito la convenienza sotto il profilo dei costi.
Questi ultimi a seconda dei casi possono diventare consistenti perchè comprendono anche canoni dei circuiti virtuali e gli apparati di rete che servono da gateway per interfacciare i sistemi che utilizzano il protocollo IP con quelli delle sedi che usano ISDN.
Altro aspetto fondamentale è la gestione del servizio, che da un lato richiede il controllo delle prenotazioni dei partecipanti alla videoconferenza e un sistema di network management per verificare la disponibilità degli apparati e dell’infrastruttura prima dell’inizio della sessione, e dall’altro necessita di assistenza e supporto per chi lo usa.
di Giorgio Fusari
Le tecnologie disponibili permettono risparmi sui costi dello scambio di informazioni, ma occorre sapere come e quando utilizzare questo tipo di soluzione al posto delle comunicazioni tradizionali
La videoconferenza è un sistema rapido ed efficiente per scambiare informazioni fra aziende. Quando è possibile applicarla si ha un risparmio di tempo e denaro perchè si evitano spostamenti magari lunghi e costosi. I guadagni sono anche in sicurezza, soprattutto per chi teme atti terroristici come l’attacco alle Torri Gemelle di New York che, subito dopo, ha prodotto una drastica riduzione delle prenotazioni dei voli anche per viaggi di lavoro.
Non è reale
La videoconferenza in azienda permette di accrescere il grado di comunicazione soprattutto fra i quadri intermedi (tecnici, commerciali, ecc.), ma va concepita come sistema complementare di scambio delle informazioni: è vero che telecamere e trasmissione video consentono ai vari partecipanti di "ritrovarsi" come in una classica riunione nello stesso luogo, ma quest’ultimo è virtuale, non fisico. Tradizionalmente gli apparati di trasmissione più utilizzati sono il satellite e le linee ISDN (Integrated Services Digital Network), ma oggi il mercato delle tecnologie per la videocomunicazione è fatto anche di apparati in grado di collegare reti eterogenee e sta migrando verso quelle basate su IP.
La scelta della tecnologia da adottare dipende soprattutto dal tipo di interattività richiesta, ossia dal numero di sedi coinvolte nell’evento da trasmettere e dal numero di quelle che desiderano parteciparvi in modo attivo. Grazie alla presenza di standard internazionali riconosciuti, per organizzare l’ambiente IT dell’impresa e renderlo idoneo a eseguire sessioni di videoconferenza si possono usare diverse infrastrutture di trasporto dei dati e varie tipologie di terminali.
Quale rete
Che requisiti minimi sono richiesti all’infrastruttura di rete per fornire un servizio di videoconferenza di livello professionale? La videoconferenza è usata dagli utenti in tempo reale, quindi pone vincoli di un certo peso per quanto riguarda la necessità di banda trasmissiva. Tipicamente le infrastrutture che permettono di stabilire connessioni fra gli apparati usano una tecnologia basata su collegamenti completamente digitali e ad alta velocità . La banda normalmente necessaria varia fra i 64 e i 128 Kbps, ma per un livello di qualità soddisfacente è meglio disporre di connessioni da 128 a 384 Kbps.
Per queste esigenze, ci spiega Antonella Viola, manager di Between, "un giusto compromesso tra la banda occupata dal segnale audio-video-dati e la qualità richiesta per quanto riguarda la fedeltà del segnale audio e la fluidità dell’immagine video è raggiunto con l’utilizzo della rete ISDN, che rappresenta una soluzione tradizionale e matura per il supporto della videocomunicazione".
In effetti ISDN permette di realizzare sessioni anche a 384 Kbps tramite l’uso contemporaneo di più canali per ottenere immagini molto fluide. Il discorso cambia se la natura delle applicazioni, come ad esempio nel caso della telemedicina, richiede un livello di definizione delle immagini molto elevato con una necessità di banda che può arrivare anche a 2 Mbps.
Una domanda in crescita
Che mercato c’è in Italia per i servizi di videoconferenza? Una ricerca IDC svolta nel febbraio 2002 ha valutato la diffusione delle applicazioni di videocomunicazione di tipo set-top-box e desktop all’interno di un campione di oltre 100 aziende italiane con almeno 150 dipendenti appartenenti ai settori finanza, commercio, trasporti, servizi privati, industria e Pubblica Amministrazione locale. Dal sondaggio è emerso che il 34% degli intervistati ha risposto affermativamente alla domanda se utilizzava o prevedeva di utilizzare entro sei mesi applicazioni di videocomunicazione. Positive sono anche le stime di IDC sullo sviluppo del mercato mondiale dei sistemi desktop, cioè quelli basati su pc: il giro d’affari delle applicazioni software per videocomunicazione desktop (vedere la tabella a pag. 66) è destinato a espandersi dai 176 milioni di dollari del 2000 ai 680 milioni di dollari nel 2005, con un tasso di crescita medio annuo pari al 31%.
I vincoli di IP
ISDN a parte, un’azienda può utilizzare le reti IP per fare videoconferenza. Queste però devono soddisfare certi requisiti, cioè essere in grado di gestire il traffico in tempo reale, supportando alti livelli di qualità del servizio (QoS). Ciò è necessario in quanto su Internet di norma non viene garantita la QoS, che subisce un degrado producendo ritardi nella consegna dei pacchetti voce e video ai destinatari. Il risultato è una percezione della voce a tratti e una visione delle immagini non fluida e poco definita.
Diversa però è la situazione se si dispone di una Intranet in grado di riservare banda dedicata alla videoconferenza, magari su circuiti virtuali, mediante apparati di networking in grado di attuare meccanismi di prioritizzazione del traffico. La stessa cosa vale ad esempio per le infrastrutture con protocollo IP su Frame Relay, che sono reti sui cui viene garantita una certa banda. Se le reti IP hanno queste caratteristiche allora la videoconferenza si può realizzare con buoni risultati anche a livello geografico.
Nel caso siano gli operatori di telecomunicazioni a offrire anche servizi di videoconferenza, a dover dare certe garanzie sulla qualità del servizio non sono solo gli apparati dell’azienda, ma anche quelli del gestore pubblico che offre il servizio.
L’infrastruttura di trasporto è completata da apparati specifici per la videocomunicazione denominati Multi Conference Unit (MCU), in grado di abilitare la multi-conferenza tramite connessioni fra più di due postazioni (collegamenti multipunto).
La collocazione fisica delle MCU può dipendere da come devono essere distribuite le sessioni di videoconferenza; tuttavia l’azienda può decidere di acquisire un proprio sistema di MCU e quindi avere un proprio coordinamento interno.
Oppure l’utente può sfruttare anche i servizi pubblici per la realizzazione di multiconferenze, come il servizio Pegaso di Telecom Italia, quello di Aethra.net o i servizi offerti da molti altri operatori, in cui la videoconferenza è gestita da MCU residenti presso il gestore. In questo caso non si ha la necessità di avere un apparato proprio, però si paga non solo il costo del traffico ma anche il servizio di gestione delle chiamate e delle prenotazioni per i vari partecipanti. Un’altra possibilità è quella di acquistare postazioni di videoconferenza di fascia alta (rollabout) che integrano già al loro interno MCU per il collegamento in videoconferenza di più partecipanti.
Occorre infine tenere presente il livello di eterogeneità che caratterizza l’ambiente IT aziendale: se in questo coesistono reti basate su ISDN e reti IP può essere necessario installare anche apparati di gateway per far dialogare e comunicare i due mondi ed estendere così la videocomunicazione a tutte le postazioni di lavoro.
Sempre di più
Nel quinquennio 2000-2005 il mercato mondiale della videocomunicazione desktop è previsto in crescita, sia in termini di fatturato che di nuovi utenti e quindi di numero complessivo di utilizzatori.
A ciascuno il suo terminale
La scelta dei terminali per la videoconferenza può spaziare fra diverse categorie di apparecchi dotati di caratteristiche differenti a seconda del tipo di utilizzo: le soluzioni per utenti singoli o per personale mobile tra sedi distribuite sul territorio sono anche le più economiche e comprendono le valigette portatili con videotelefono dotato di attacco ISDN, i videotelefoni per uso personale e i kit di videoconferenza (cuffia, microfono, ecc.) composti da hardware e software da installare sui pc desktop. Quest’ultima soluzione permette anche lo scambio di file e dati fra terminali e la condivisione di applicazioni.
Segue poi un fascia intermedia di sistemi compatti (set-top-box) che forniscono una buona qualità di servizio e che vanno collegati ad apparati televisivi standard. Oltre questo segmento, e per esigenze ancora superiori in termini di numero di utenti in videoconferenza, ci sono i sistemi per le sale riunioni (rollabout) che possono andare da apparecchi molto semplici con uno o due video per le piccole sale riunioni a configurazioni che necessitano anche di un progetto di allestimento di una sala conferenze con arredamento, apparati di illuminazione e sistemi audio-video adeguati.
Fra tali sistemi quelli, di fascia più alta possono disporre, oltre che di monitor o display al plasma di grandi dimensioni, anche di apparati di regia e di numerosi accessori come telecamere addizionali, microfoni, amplificatori, videoregistratori, lettori DVD, masterizzatori, videoproiettori, tavolette grafiche e sistemi per la trasmissione di documenti e slide.
Sotto il profilo degli standard, gli apparati di videoconferenza per l’utilizzo su reti ISDN sfruttano il protocollo H.320, mentre quelli che impiegano le reti IP sono basati sul protocollo H.323. Quest’ultimo definisce le modalità con cui risolvere i problemi legati alla Quality of Service, attraverso la prioritizzazione del traffico audio e video rispetto al traffico non in "real time".
H.323
Lo standard H.323 è stato approvato nel 1996 dalla International Telecommunica-tion Union (ITU).
Viaggiare o videocomunicare?
La videoconferenza è comunemente presentata come mezzo di drastica riduzione dei costi di viaggio e trasferta. Tuttavia sarebbe riduttivo ricondurre tutto al confronto, per esempio, tra i costi di un’ora di videocomunicazione intercontinentale e quelli di una trasferta da Milano a Sidney. La videoconferenza, spiega Antonella Viola, manager di Between, costituisce uno strumento di competitività , poiché supporta tecniche gestionali essenziali per l’ottenimento di rendimenti di produttività elevati, consentendo di effettuare comunicazioni con modalità e tempi non attuabili tramite strumenti alternativi di comunicazione, compresa la mobilità fisica. Ci sono fattori abilitanti, spiega Luca Bartollino, Research Analyst di IDC Italia per l’area Internet, che devono rendere conveniente la videocomunicazione, nel senso che la si può usare solo in certi casi: ad esempio nei gruppi di lavoro di un’azienda distribuiti sul territorio, in cui le persone già si conoscono e sono abituate a usare un certo linguaggio, un codice comune di comunicazione. Altro fattore da considerare è la frequenza con cui si verificano gli incontri.
Costi a confronto
Gli investimenti necessari per gli apparati terminali possono essere anche molto limitati (da poche centinaia di euro a qualche migliaia per le configurazioni più sofisticate) se si tratta solo di eseguire adattamenti di pc già esistenti o di postazioni da scrivania, mentre sono nell’ordine della decina di migliaia di euro fino al milione per le postazioni da sala che richiedono, come detto, anche particolari allestimenti dell’ambiente.
La scelta della rete di trasporto va fatta dopo aver eseguito un’analisi del traffico generato dalle sessioni di videoconferenza.
Si passa poi al confronto delle diverse soluzioni: ISDN è una rete commutata che permette di estendere il servizio di videoconferenza anche al di fuori dell’azienda, ma ha un costo che dipende anche dal grado di utilizzo delle linee.
Oltre ai costi per l’allestimento delle sale, per gli apparati di videoconferenza e per le MCU, e ai canoni delle linee ISDN, vanno considerati anche i costi del puro traffico; infatti i costi per connessione dipendono dal tempo di utilizzo e possono diventare consistenti se l’uso della video-conferenza diventa frequente e prolungato in ciascuna sessione.
Se invece si sceglie una rete privata virtuale (Virtual Private Network, VPN) si hanno benefici sensibili solo se questa è già dotata di un’adeguata capillarità sul territorio e di una capacità di banda non utilizzata, sufficiente a supportare il servizio.
Infatti dover realizzare appositamente una VPN dedicata alla videoconferenza rende necessario considerare i problemi di gestione della qualità dei collegamenti e di apertura del servizio anche all’esterno della rete aziendale, dove potrebbero esserci sedi che la rete privata virtuale non riesce a raggiungere.
L’impatto dell’effetto presenza
Audio di alta qualità per una perfetta riproduzione della voce e precisa corrispondenza del parlato con le immagini che riproducono i gesti e i movimenti di ciascuno degli interlocutori remoti uniti in videoconferenza: sono entrambi elementi essenziali per creare un "effetto presenza" in grado di elevare il livello di attenzione delle persone e di simulare un incontro reale. In una videoconferenza a livello professionale sono poi resi disponibili sistemi integrati di videoscrittura e videografica che permettono di esporre, visualizzare, modificare o sottoscrivere documenti, oltre a manipolare immagini. Questi possono comprendere videoproiettori, monitor o sistemi computerizzati con programmi per la gestione e condivisione di file testuali o grafici, come word processor o applicazioni per presentazioni di tipo multimediale.
Occhio al traffico
Per valutare il reale beneficio che una soluzione di videoconferenza può offrire in azienda, occorre un’analisi del traffico per capire quanto sarà usata la rete e come il traffico di videoconferenza potrà andare a sommarsi a quello ordinario.
Ci può essere convenienza per quelle società che effettuano sessioni di videoconferenza in orari in cui tipicamente altri applicativi non sono attivi e la banda è comunque sufficiente.
Se invece il traffico è contemporaneo, occorre analizzare in modo approfondito la convenienza sotto il profilo dei costi.
Questi ultimi a seconda dei casi possono diventare consistenti perchè comprendono anche canoni dei circuiti virtuali e gli apparati di rete che servono da gateway per interfacciare i sistemi che utilizzano il protocollo IP con quelli delle sedi che usano ISDN.
Altro aspetto fondamentale è la gestione del servizio, che da un lato richiede il controllo delle prenotazioni dei partecipanti alla videoconferenza e un sistema di network management per verificare la disponibilità degli apparati e dell’infrastruttura prima dell’inizio della sessione, e dall’altro necessita di assistenza e supporto per chi lo usa.
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