La Russia sta davvero isolando la propria rete da internet?
Cosa succederebbe se la Federazione russa disconnettesse completamente la “russian internet” (RuNet) dalla rete internet globale? Una simile operazione determinerebbe interessanti implicazioni sull’assetto della sua infrastruttura telematica nazionale, che potrebbe trasformarsi in una grande intranet, isolata dal resto del mondo. ZeroUno ha approfondito vari aspetti del tema RuNet intervistando Valerio Pastore, noto nel mondo cybersecurity come esperto di crittografia militare e sicurezza informatica
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Nel quadro delle già forti tensioni internazionali innescate dal conflitto russo in Ucraina, e del crescente isolamento digitale verso cui il governo russo sta portando il paese con la chiusura di social network come Facebook e Twitter, in marzo, su vari media italiani ed esteri, sono apparse notizie secondo cui Mosca starebbe preparandosi a “disconnettere” la propria rete nazionale (RuNet) dalla rete internet globale. In realtà, i due documenti governativi che possono far pensare a una “disconnessione” sembrano invece soprattutto relativi a misure di protezione dei siti web del governo russo, diventati oggi bersaglio di crescenti attacchi cyber.
Al momento in cui scriviamo, il tema sembra essere un po’ “scemato” e non abbiamo aggiornamenti al riguardo, ma, ipotizzando che una simile disconnessione possa essere in futuro completamente realizzata, abbiamo approfondito la questione parlandone con Valerio Pastore, fondatore della società di venture capital Tailor Ventures, e conosciuto nel settore della cybersecurity come esperto di crittografia militare e sicurezza informatica.
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Valerio Pastore, fondatore della società di venture capital Tailor Ventures |
L’implementazione in Russia della legge del 2019 su una “internet russa sovrana”, in grado di funzionare in maniera autonoma in caso di minacce esterne, sembra per certi versi porsi in linea con i concetti di “sovranità digitale europea”, o di “cloud sovrano europeo”: qualcuno però ritiene che questa internet russa sovrana centralizzi la gestione della RuNet, a tal punto da rafforzare il controllo dello stato sulla società: a suo parere, fino a che punto questa ”network sovereignty” non entra in collisione con l’originario paradigma di “net neutrality”, teso a salvaguardare il carattere aperto e neutrale della rete?
Da anni si parla di network sovereignty, e questa convinzione è anche mia, non solo delle istituzioni o imprese del settore cybersecurity che già da tempo consigliavano di creare un’infrastruttura sovrana di matrice europea o nazionale, per garantire la continuità, integrità e sicurezza dei dati di cittadini e imprese, in ogni fase: dalla raccolta, fino alla loro gestione e conservazione. L’obiettivo qui è “sovranizzare” i dati, non limitare il normale funzionamento di internet.
Tale obiettivo, dunque, non contraddice i principi di neutralità, democrazia, nella gestione delle informazioni in Internet. Il fatto che ci sia una rete un po’ più controllata, protetta, se si vive in un paese democratico, non rappresenta un problema da tale punto di vista, perché non costituisce un “blocco” di internet, ma solo un mezzo di maggior controllo del perimetro nazionale.
Io, invece, vedo più probabile che oggi uno stato amico possa in futuro diventare nemico. Quindi, in tal caso, il perimetro lo proteggerebbe la sovranità della nostra tecnologia, la sovranità dei dati dei nostri cittadini, lasciando intatti i principi di neutralità e libertà della rete, che sono la base di tutto. In ultima analisi, un’infrastruttura sovrana non compromette necessariamente la neutralità del web, e, nel contempo, credo occorra attuarla, per prepararsi a scenari come quello che stiamo vivendo oggi.
A suo parere, se la “disconnessione” della RuNet dalla rete internet globale avvenisse realmente in maniera completa, cosa potrebbe comportare per enti governativi e aziende a livello infrastrutturale, e quanto tempo richiederebbe?
L’iniziativa del governo russo di ottenere il controllo del traffico dati sulla propria rete nazionale è un progetto che va avanti dal 2014. In realtà, il traffico interno sarà gestito e protetto dalla RuNet, e sarà sicuramente sotto il controllo del Roskomnadzor, il servizio federale russo per la supervisione nella sfera delle telecomunicazioni, delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni di massa.
Credo che ora il paese stia evolvendosi tecnologicamente verso la strada della disconnessione, ma è chiaro che un’operazione del genere porterebbe la Russia a essere totalmente isolata dalla rete internet globale. Sarà come creare un muro logico nell’infrastruttura che, di conseguenza, costringerà all’adozione di servizi interni anche, banalmente, per l’uso degli strumenti di posta elettronica.
Per quanto riguarda le reti sociali, Facebook, Twitter, Instagram sono già stati “spenti”, e alla fine verranno utilizzati servizi social russi. È chiaro, però, che tutto questo creerà disservizi all’interno del paese, perché vari servizi web attivi in Russia sono molto spesso connessi a servizi occidentali: quindi occorrerà rivedere e ridefinire tutti questi collegamenti.
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