Il laboratorio IBM Research di Zurigo fa il punto sulla maturità tecnologica e di business dei computer quantistici: non più, ormai, macchine isolate nei centri di ricerca, ma computer accessibili attraverso il cloud, per eseguire algoritmi quantistici utili nello sviluppo di nuove molecole, materiali, e molto altro
Giorno dopo giorno, il quantum computing sta trasformandosi in tecnologia con un grado di usabilità crescente. Uno strumento sempre più potente, che porta in sé un radicale cambio di paradigma rispetto al computing classico. Il quantum computing permette di affrontare con un approccio rivoluzionario le immense sfide scientifiche dei nostri tempi, risolvendo problemi complessi, non indirizzabili dai normali computer. Può aiutare ad analizzare molecole molto più grandi, per sviluppare nuovi farmaci e vaccini; contribuire alla progettazione di materiali innovativi, o migliorare la comprensione dei processi catalitici in grado d’incidere sulla mitigazione dei cambiamenti climatici. Ma il quantum computing può fornire risposte migliori, risolvere problemi e supportare nuove applicazioni anche nel mondo business, ad esempio in campo finanziario.
Queste, a grandi linee, solo alcune prospettive, entusiasmanti, illustrate dalla viva voce del fisico Heike Riel, IBM Fellow, Head Science & Technology, Lead IBM Research Quantum Europe. La scienziata parla in collegamento da un laboratorio di IBM Research Europe a Zurigo, rispondendo alle domande di Katia Moskvitch, IBM Research Chief Writer & Editorial Lead, in un incontro pubblico sul web, organizzato i primi di febbraio e intitolato Building our quantum future: Are we ready for quantum computing.
Computer quantistico: visto da vicino
Obiettivo dell’incontro, al laboratorio IBM Research di Zurigo, mostrare da vicino cos’è un computer quantistico e com’è fatto, illustrando alcuni suoi componenti, ed anche fornire un quadro aggiornato dello stato dell’arte della tecnologia e dei possibili campi d’adozione dei computer quantistici: soprattutto, nel contesto dell’annuncio a febbraio, da parte di IBM, di un nuovo, fondamentale passo di miglioramento, lungo la roadmap di sviluppo, a livello hardware e software, che sta portando verso macchine sempre più veloci e potenti.
