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Gambe bioniche 'naturali', sempre meno fantascienza

Quelle che Hugh Herr sta mostrando funzionanti sul proprio corpo non sono le solite protesi che si è abituati a vedere applicate su chi ha subito qualche mutilazione agli arti inferiori. E se non si vedesse che sono artificiali, si direbbe che sono gambe vere, a giudicare dalla fluidità e naturalezza con cui l'uomo si muove sul palcoscenico, davanti a una folta e sbalordita platea, che non gli stacca gli occhi di dosso. Herr si trova sul palco del Freescale Technology Forum 2010 di Orlando in veste di professore associato nel programma 'Media Arts and Sciences' e nella divisione 'Health Sciences and Technology' del Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, ma è anche uno dei più abili arrampicatori sportivi degli Stati Uniti. Nell'82, durante una scalata, una tormenta di neve gli provoca gravi congelamenti alle gambe, che devono essere amputate sotto il ginocchio. Dopo l'incidente, il sogno è di arrampicare ancora. Ma come? La risposta - dice Herr - era la tecnologia. 







L'arto bionico che sta mostrando è molto raffinato nei movimenti, è un gioiello di tecnologia, il risultato di anni di studi in ingegneria meccanica, biofisica e nello sviluppo di sistemi robotici indossabili: è controllato da cinque computer, dodici sensori, un chip Freescale, e azionato da motori elettrici. Gli accelerometri sono in grado di comunicare al microprocessore la velocità con cui Herr sta camminando, in modo che il sistema possa adattare proporzionalmente la potenza erogata. L'algoritmo del sistema è anche in grado di riconoscere i percorsi e, ad esempio, di modulare velocità e potenza quando gli arti bionici devono affrontare dei gradini. C'è da augurarsi che arti come questi possano essere applicati su larga scala, per far uscire molte persone dalla loro attuale condizione di disabili.

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