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AWS Summit 2018: per rivoluzionare l’IT, Amazon punta su tutti i ‘builders’

Le applicazioni, e la loro evoluzione incessante, al centro della visione illustrata all’evento di Milano. Ma la vera svolta è eliminare la complessità di gestione del machine learning e renderlo facilmente accessibile alle imprese 


Marco Argenti, VP Technology di AWS, sul palco diAWS Summit 2018

Quest’anno la parola chiave scelta da Amazon Web Services per introdurre i lavori dei circa 2.700 partecipanti all’AWS Summit 2018 di Milano è stata ‘build’: cioè costruire, attraverso il cloud, servizi e applicazioni che permettano alle imprese e ai loro clienti di migliorare la propria attività di business.

Nel keynote introduttivo, Marco Argenti, VP Technology della società, però precisa: “I ‘builders’ oggi non sono solo gli sviluppatori, come spesso si tende a pensare, ma tutti coloro che amano inventare e usare il software per rivoluzionare qualsiasi settore industriale. Per estensione, sono builder anche coloro che, dentro il dipartimento IT, costruiscono un’infrastruttura per far operare un’azienda a livello mondiale; sono builder i ‘data scientist’, i professionisti dei dati, che gestiscono database: essi hanno un ruolo fondamentale, perché costruiscono i modelli di ‘machine learning’ e complesse pipeline di dati per rispondere a esigenze di business che richiedono risposte sempre più in tempo reale; e sono builder anche i CIO e CTO, che hanno la responsabilità di costruire le strategie aziendali, partendo dalle tecnologie software e dai paradigmi di agilità e innovazione continua, ormai prerequisito per essere competitivi”. 

Nuova specie di applicazioni
Quella a cui si sta assistendo, continua Argenti, è una vera e propria rivoluzione delle applicazioni IT tradizionali, che la trasformazione digitale sta permettendo, anche attraverso la diffusione di servizi cloud globali come quelli di AWS. “Oggi le applicazioni IT vanno costruite in maniera differente da come eravamo abituati, e i classici web server e application server appaiono quasi un lontano ricordo, quando si pensa a un’applicazione come iRobot”. Quest’ultima coordina robot per le pulizie domestiche che funzionano usando circa 25 servizi AWS: al cuore della soluzione iRobot vi sono la tecnologia ‘serverless’ AWS Lambda e la piattaforma cloud gestita AWS IoT, ma vengono utilizzati anche Amazon Kinesis, in grado di raccogliere dai robot flussi di dati in tempo reale, e Amazon API Gateway, che crea, pubblica, mantiene e protegge le API (application programming interface) su qualsiasi scala. 
Oggi poi le applicazioni continuano a trasformarsi, come nel caso dell’assistente personale Alexa che, da semplice chatbot, ora sta integrandosi anche con occhiali di realtà aumentata (AR), con cui l’utente può interagire verbalmente. Trasformazioni digitali come questa fanno leva, da un lato, su applicazioni ‘API-based’ e costituite da servizi e, dall’altro, su una programmabilità e capacità di connessione a oggetti e dispositivi che permette alle applicazioni stesse di ‘muoversi’ nel mondo reale. Non ultima viene la velocità di sviluppo e integrazione che, da un tempo di mesi, è passata a settimane, e poi a giorni: ciò, sottolinea Argenti, consente alle aziende di rimodulare la propria attenzione sui clienti, anziché sui processi: ecco perché “AWS va pensata, non tanto come una piattaforma tecnologica, ma come una piattaforma competiva per l’impresa”. 
Su questo tema, il testimonial a salire sul palco del Summit è Giuseppe Misurelli, Senior DevOps Engineer di Yoox Net-a-Porter Group, che spiega alla platea il percorso di automazione intrapreso: con AWS, lo store online è potuto migrare, da un’infrastruttura IT complessa, verso un sistema che applica l’approccio ‘infrastructure as code’, basato su script di configurazione dell’hardware. Tra i benefici, molta più agilità nella creazione di soluzioni ‘production-ready’, riduzione del ‘time-to-market’ e abbassamento dei rischi imprenditoriali. 

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